venerdì 24 novembre 2017

PIZZA LEGGERA

L’impasto della pizza: ecco il nostro segreto

Molti ci pongono quotidianamente questa domanda, e da circa 20 anni la risposta è sempre la stessa. Il segreto dell’impasto della pizza sta nel ridottissimo contenuto di lievito, che porta alla demolizione di gran parte dell’amidoUtilizziamo circa 1,5 g di lievito per ogni kg di farina. Questo significa che con un dadino di lievito di birra da 25 g, che una massaia generalmente utilizza per fare 1 o 2 kg di impasto, Presto Pizza ne produce circa 40 kg. L’impasto della pizza diventa così ricco di ossigeno per ottenere quell’effetto che da sempre ricerchiamo nella nostra pizza: la leggerezza. Vi siete mai chiesti perché una pizza vi provoca sonnolenza, arsura e disturbi allo stomaco? Ecco, qui avete trovato la vostra risposta.

Dopo l’impasto…

Ma la storia dell’impasto non si ferma qui. Dopo la sua creazione, arriviamo a un secondo cruciale momento: la lievitazione di almeno 24 ore a temperatura controllata. Una lievitazione lenta al pari di quella del pane artigianale. Dopo aver lievitato l’impasto viene lavorato delicatamente e steso, per poi essere farcito secondo la fantasia dei nostri maestri pizzaioli.

giovedì 20 luglio 2017

Temperatura impasto pizza


la temperatura dell'impasto

Ciao carissimi,questa mia,ha lo scopo di informare a livello didattico,poichè si sa poi uno fa un po come crede e soprattutto coi mezzi che ha.
Partiamo dal fatto che ogni impasto lievitato contiene microrganismi viventi,e che quindi la sua temperatura deve essere il piu' vicino idonea al loro metabolismo.La temperatura ideale per la moltiplicazione delle cellule del lievito saggira attorno ai 25-30 °C,ed esse cominciano la loro attività dal momento dell'impastamento.La temperatura dell'impasto deve essere diversa  per ogni tipo,cioè per un impasto di consistenza morbida è di circa 25 °C, molle circa 27°C e asciutto 23°C (quest'ultimo soprattutto in panificazione dove poi l'impasto subirà altre lavorazioni). Se un'impasto è molto freddo il glutine non si formerà correttamente,e l'impasto non avrà "forza" e la sua fermentazione verrà rallentata.Se è surriscaldato avrà invece una maglia glutinica troppo rigida e tenderà a strapparsi,e a causa di alta attività degli enzimi,tenderà a liquefarsi e la sua acidità sarà molto elevata. Il valore della temperatura finale di ogni impasto dipende essenzialmente da quattro fattori:
-da dove si impasta,cioè dalla temperatura dell'ambiente.
-dalla temperatura della farina,che di solito è piu' fredda di 1 grado rispetto all'ambiente di lavoro.
-temperatura dell'acquache poi andremo a calcolare.
-e dal riscaldamento dell'impasto a causa del tipo di impastatrice.
Ora elenchiamo il grado di riscaldamento provocato dai 3 tipi di macchina e dalle mani.
Imp. a forcella provoca un riscaldamento di 3°C. Spirale 9°C. Bracci tuffanti 6°C.Infine un'impasto a mano 1 °C.
Una volta che conosciamo la temperatura finale del nostro impasto,andremo a calcolarci la temperatura dell'acqua che serve all'impastamento.La formula è questa: Temp.finale dell'impasto x 3 meno Temp.dell'acqua meno Temp.della farina meno i gradi di riscaldamento dell'impastatrice.
Esempio:  Temp.finale impasto...............25°C x3  = 75-
                Temp.dell'ambiente................28°C          28-
                Temp.della farina...................27°C          27-
                Riscaldamento spirale.............9°C            9=
                                                                          --------
                                                                            11

La temperatura dell'acqua sarà quindi 11°C.

Per la biga si parte invece con un valore costante di 55,a cui verra sottratta la temp. dell'ambiente ove verrà riposta la biga,e la temp.della farina.

Per la poolish il valore della costante varia da 63 a 70,meno la temp.ambiente,meno la temp.della farina.

Salutoni GIUSEPPE ANFUSO

martedì 13 giugno 2017

Impasto pizza idrolisi

Perché la pizza è più buona?

Farine semintegrali biologiche macinate a pietra di grano.

24 ore di fermentazione lenta a temperatura ambiente con pasta madre viva.

Ingredienti di altissima qualità, biologici e da presidi slow food.

Impasto alternativo realizzato con idrolisi degli amidi senza impiego di lievito.

Lavorazione non sottile dell’impasto che permette un pieno sviluppo degli alveoli, per una pasta leggera dentro e croccante fuori.

Utilizzo esclusivo di ingredienti stagionali.

LA PIZZA TI SEMBRA PICCOLA?

Se all’occhio appare più piccola, è solo perché viene stesa meno rispetto alla
“solita” pizza: in questo modo l’impasto è libero di sviluppare pienamente i suoi alveoli in fase di cottura, per un risultato croccante all’esterno e soffice dentro.
La porzione di impasto è di 280gr, nelle altre pizzerie il peso dell’impasto è compreso tra 220gr e 260gr.

NOI L’IDROGENO LO USIAMO PER L’IMPASTO

È una tecnica molto antica, che sfrutta gli zuccheri (amido) presenti nel grano per far partire la fermentazione. È un po’ quello che succede quando utilizziamo gli zuccheri dell’uva per fare il vino, qui viene utilizzato il grano spezzato per fare l’impasto!

LENTA FERMENTAZIONE SANA DIGESTIONE

Il nostro impasto fermenta per 24h a temperatura ambiente controllata.
In questo modo si attiva la maturazione naturale e grazie alla pochissima quantità di lievito, ci permettono di servirvi la pizza quando il processo di lievitazione è completo, così l’impasto non continua a lievitare nello stomaco.

CHE INGREDIENTI CI SONO NELL’IMPASTO?

Negli impasti utilizziamo solo farine biologiche di tipo 1 macinate a pietra , 22gr di sale ogni kg di farina, acqua, grano spezzato con l’aggiunta di pochissimo lievito.

http://www.prestopizza.it

mercoledì 8 marzo 2017

FERMENTAZIONE SPONTANEA DEGLI IMPASTI: COS’È E COME SI FA

Ha attirato l’attenzione di tanti, stimolato la curiosità di tutti e generato tantissime informazioni imprecise. Sto’ parlando della fermentazione spontanea degli impasti, di che cos’è e soprattutto di come si realizza.

 

Con fermentazione spontanea degli impasti si intende un impasto senza lieviti attivi aggiunti, né saccaromiceti (=lievito compresso), né lievito madre naturale.

Un impasto a fermentazione spontanea nasce dalla contaminazione naturale di una miscela di acqua e farina e da batteri e lieviti liberi in atmosfera, quindi con lieviti e batteri autoctoni endogeni ed esogeni, che si instaurano nell’ impasto attraverso metodi ben precisi:

water roux o thzao thzong, metodo antico Cinese per ottenere il pane morbido senza lievito idrolisi degli amidi del grano spezzato, sia tenero che duro pregelatinizzazione della farina di grano tenero o duro farina di segale fermentazioni di acqua e frutta (the wild yeast water). In questo caso creo un ambiente di coltura (trappola) per i microrganismi liberi nell’aria, dall’acqua di cottura delle carote, delle patate, dell’uva sultanina, della pregelatinizzazione dei semi di salbachia, “salvia bianca”, alla germogliatura dei semi di lino, del grano, del farro e dell’orzo.

Come si vede le vie di contaminazione sono molteplici e tutte molto efficaci.

Vediamole più nello specifico.

La pregelatinizzazione degli amidi del grano spezzato o con farine tipo 1 o 0

A) Caldo

Si parte con farina di grano spezzato, sale e acqua bollente a 90 -95°C, ma la temperatura si stabilizza attorno ai 65-70°C, temperatura ideale per attivare il processo di idrolisi dell’amido dalle amilasi. Una volta che l’amido viene trasformato in amilopectina e amilosio quindi in maltosio principalmente, la reazione dell’idrolisi forma tanti monomeri di glucosio, segno evidente che è avvenuta la reazione completa. A questo punto bisogna lasciare riposare il composto a 20-24°C per circa 18-20 ore, per poi aggiungervi il sale e la farina restante per completare la ricetta. Dopodichè si mette tutto in vasca, si fanno le pieghe a tre e si lascia riposare per 12 ore. Quindi si procede allo staglio delle pagnotte del peso desiderato e si lascia lievitare fino al completo ciclo.

 

fase inizialeDopo 12 ore

B) A Freddo = Water Roux

Consiste nel portare a cottura un composto di acqua e farina, partendo da temperature fredde, per arrivare ad una temperatura ottimale di 75°C, dove il composto assume un aspetto solido dovuto alla pregelatinizzazione degli amidi in sospensione assumendo il tipico aspetto cremoso. Facendo questo metodo io attivo gli enzimi che pregelatinizzano una parte dell’amido rendendolo uno zucchero semplice (maltosio), quindi aggredibile da parte dei batteri e lieviti siti nella farina e in atmosfera che a distanza di 12 ore di fermentazione spontanea è in grado di far fermentare un impasto senza l’aggiunta di lievito.Questo metodo viene utilizzato come miglioratore per evitare il veloce raffermamento del pane o come alimento e rilassante negli impasti con il lievito madre naturale, o addirittura al posto di burro nelle preparazioni vegane.

a freddo fase inizialea freddo fase finale

La Pregelatinizzazione dei semi

Consiste nel pregelatinizzare l’acqua in cui mettiamo a germogliare dei semi: semi di lino, semi di chia, semi di salba chia, grano, orzo, farro. Una volta pregelatinizzata l’acqua dei semi, circa 48 ore, si procede a far germogliare o meglio si innesca il processo di fermentazione del seme attraverso i microrganismi: lieviti e batteri liberi nell’aria autoctoni, che innescano a sua volta la fermentazione spontanea degli impasti. Una fase molto importante per avere una buona contaminazione è quella di mettere l’impasto in fermentazione in massa in un mastello ad una temperatura di 27-28°C operando dei folds, “ pieghe” triple e doppia rovescia in modo da creare un perfetto intreccio delle proteine della farina e un buon intrappolamento di ossigeno nella maglia glutinica, fonte essenziale per la riproduzione cellulare dei nostri amici lieviti e batteri lattici – acetici. Una volta raddoppiata la massa possiamo stagliare del peso voluto e far lievitare le nostre forme per ulteriori 24 ore ad una temperatura di 24°C.

fase inizialefase finale

The wild yeast water

Questo metodo consiste nel creare un acqua fermentante, tramite la fermentazione di frutti, molto zuccherini e con la buccia ricca di lieviti presenti normalmente in natura. Si sceglie principalmente frutta biologica come l’uva bianca, l’uva sultanina, mele verdi, prugne ma anche acqua di cottura della pasta, di cottura delle patate o delle carote. Una volta fatta fermentare l’acqua viene filtrata stabilizzata in frigorifero per 24 ore e poi usata negli impasti con percentuali precise, con dell’acqua ossigenata e della farina. Questa acqua può essere conservata per 6 mesi in frigo, aprendola ogni settimana per far uscire i gas e ridare ossigeno nuovo alla nostra miscela. Il tutto poi viene messo a fermentare in massa per un periodo lungo a temperature di 26-27°C. Una volta che la contaminazione avviene e l’impasto ha almeno raddoppiato il suo volume iniziale, lo possiamo conservare in frigo.

fase 1fase 2fase 3

Acqua, Farina e sale

Si parte creando un poolisch di sola acqua, farina integrale con una piccola percentuale di segale e il sale. La si pone a lievitare in cella o in ambiente a 27°C per 24 ore, quindi si procede a rinfrescare con della farina di tipo 1 o 0, si aggiunge l’acqua mancante per arrivare all’idratazione voluta, sale ed eventualmente olio extravergine d’oliva. Una volta terminato l’impasto lo si mette a lievitare in massa dandogli un turno di pieghe per 6-8 ore. Si procede allo staglio delle pagnottelle del peso voluto e lo si mette a lievitare per ulteriori 12 ore a temperatura ambiente.

acqua farina sale

Succo di mele o uva e segale

Dopo aver impastato la segale integrale con il succo, l’impasto ottenuto deve essere messo a fermentare per 24 ore a 27°C.Si procede quindi al suo rinfresco con una farina di tipo 1 o 0, aggiungendo l’acqua prevista e tutto il resto degli ingredienti previsti da ricetta. Dopo 6-8 ore si forma le palline del peso voluto, e si lascia terminare la lievitazione per 10-12 ore a temperatura controllata di 18 – 20°C.


WWW.PRESTOPIZZA.IT

lunedì 27 febbraio 2017

PIZZA: COSTA MENO IN PIZZERIA

PIZZA: COSTA MENO IN PIZZERIA (SOPRATTUTTO A NAPOLI)

27 febbraio 2017

Il prezzo medio di una pizza fatta in casa è di circa 8.73 euro, rispetto ai 6,73 euro nelle pizzerie partenopee

Quanto costa realizzare la pizza a casa? Conviene davvero? Secondo un’elaborazione realizzata da Napoli Pizza Village, una tra le feste popolari più grandi d’Europa, che per il settimo anno consecutivo riunisce dal 17 al 25 giugno, sul Lungomare Caracciolo di Napoli, tradizione, cultura e una dose di amore per il buon cibo, ne emerge che nel Belpaese, è più conveniente uscire a mangiare una buona pizza.
 
Il prezzo medio di una pizza realizzata in casa è di circa € 8,73 (escluse le bevande) se si considera il tempo impiegato per realizzare e far riposare l’impasto (circa 4 ore), l’acqua, la corrente elettrica e le materie prime utilizzate.
Il prezzo medio di un menù base con una Margherita e una bevanda è di circa 9.22€ nella maggior parte delle città italiane considerate. Si discostano dalla media soltanto Napoli con il prezzo più basso di € 6,73, seguita da Palermo con € 7,53, Vercelli con € 7,69 e Cagliari con € 7,75. Fanalino di coda la città di Varese, dove per gustare una pizza si spende fino a € 11,58.
 
Osservando la classifica, le prime 20 Province con il prezzo più basso si trovano al centro nord Italia: Livorno si classifica quinta con € 8,04, seguita da Rovigo con € 8,09, Belluno con € 8,15, Brescia con € 8,23, Alessandria con € 8,27, Ascoli Piceno con € 8,34, Udine € 8,42, Verona con € 8,61 e Rimini con € 8,84.
 
Il business della pizza, con 183.000 pizzerie, oltre a far lavorare circa 1 milione di persone, crea un indotto economico alla filiera coinvolta: produttori di farina, olio, pomodoro, lievito ecc… pari a oltre 10 miliardi di euro equivalenti al doppio del PIL del Giappone, la terza potenza al mondo.
 

venerdì 24 febbraio 2017

Farinata di ceci a casa tua

CURIOSANDO:
Sapevate che la farinata di ceci è un prodotto particolarmente ricco di vitamine B e C, fosforo, proteine vegetali e sali minerali in grado di apportare numerosi e importanti benefici all'organismo, come la riduzione del colesterolo e dei trigliceridi?

mercoledì 8 febbraio 2017

La ricetta della pizza perfetta secondo Giusepp Anfuso

La ricetta della pizza perfetta secondo Giusepp Anfuso

1 litro di acqua minerale naturale
1,750g di farina per pizza
58g di sale
4g di lievito di birra
lievito madre (20% del peso dell’impasto totale)

Preparazione:

Prendete una ciotola e sciogliete il lievito nell’acqua. Aggiungete una prima parte di farina. Impastate aiutandovi con un cucchiaio/mestolo. Continuate ad aggiungere pian piano la farina. Unite il sale. A questo punto spostate l’impasto su un piano da lavoro e iniziate a lavorarlo a mano. Aggiungete l’ultima farina che vi rimane. Fate dunque quello che i pizzaioli in gergo chiamano “asciugare la pasta”, ossia sbattetela e spingetela in avanti sul piano di lavoro. Così facendo le parti umide dell’impasto si asciugheranno.

Ponete poi la pasta in un recipiente coperto da una pellicola di plastica. Dopo quattro ore di lievitazione prendete la palla e mozzatela (come si fa con la mozzarella), formando delle pagnotte del peso di 280 g. Fatele riposare per altre quattro ore. A questo punto la pasta sarà pronta per essere lavorata. Il pizzaiolo napoletano, a differenza del panettiere, lavora con poca farina. Utilizza la quantità necessaria per far sì che non si attacchi al banco e alle dita. Iniziate quindi a lavorare la pasta con i polpastrelli, in modo da creare il classico bordo della pizza napoletana. A questo punto la base è pronta per essere farcita con gli ingredienti desiderati.

Il consiglio di Giuseppe Anfuso
Fare l’impasto la sera per trovarlo pronto il giorno dopo oppure la mattina per consumarlo la sera

giovedì 2 febbraio 2017

Pizza party a domicilio torino

Ospitare il baby party non è stata una buona idea, vero? Tranquilli, una pizza a domiciliobplacherà gli animi!
Basta chiamare lo 011 739 57 15!
online: www.prestopizza.it

martedì 31 gennaio 2017

Presto pizza amore a domicilio

Chi non ama la pizza? Gustosa, croccante, veloce da mangiare. Ma c'è chi da questa passione ha fatto nascere un vero e proprio amore. Una ragazza di 18 anni, ha "sposato" una pizza.

Accade negli Stati Uniti. Una giovane donna, che adora Margherita e Capricciosa, dopo essersi imbattuta nel vestito da sposa della nonna ha preso la bizzarra decisione: convolare a giuste nozze con la pizza, ha allestito allora un vero e proprio matrimonio.

Al trancio di pizza è stato messo il papillon. E gli sposi si sono perfino scambiati gli anelli, fatti di caramella.
Neanche a dirlo, le foto delle bizzarre nozze sono diventate virali.

www.prestopizza.it

I love presto pizza torino

Chi non ama la pizza? Gustosa, croccante, veloce da mangiare. Ma c'è chi da questa passione ha fatto nascere un vero e proprio amore. Una ragazza di 18 anni, ha "sposato" una pizza.

Accade negli Stati Uniti. Una giovane donna, che adora Margherita e Capricciosa, dopo essersi imbattuta nel vestito da sposa della nonna ha preso la bizzarra decisione: convolare a giuste nozze con la pizza, ha allestito allora un vero e proprio matrimonio.

Al trancio di pizza è stato messo il papillon. E gli sposi si sono perfino scambiati gli anelli, fatti di caramella.
Neanche a dirlo, le foto delle bizzarre nozze sono diventate virali.

www.prestopizza.it

sabato 7 gennaio 2017

la pizza si ordina a domicilio

Senti, ora spegni il pc e vai dritto a casa. Ci pensiamo noi alla cena!
Basta chiamare lo 0117395715!
#zerosbatta #delivery #prestopizza #pizzeriaadomicilio #torino #pizzaadomicilio