sabato 26 maggio 2018

Yoga Pizza

L’antiyoga
Molti sono dli atteggiamenti, le abitudini, gli stili di vita che collidono con la pratica dello yoga. Arroganza, saccenza, egoismo si frappongono ad un atteggiamento di attenzione disponibile che permette al praticante di progredire. Il fumo, l’alcool, l’eccesso di cibo, l’uso oltre la modica quantità di dolci  tendono ad ottundere la volontà. Il bisogno compulsivo di novità e cambiamento mal si combina con la paziente ripetitività dello yoga. Non parliamo poi delle droghe, leggere o pesanti, che nell’hippismo anni 60 venivano, nel comune sentire, affiancate allo yoga, che sono ostacoli sulla strade del vero sentire e dell’azione corretta. C’è un uso presente anche nell’ambiente dello yoga: gli psicofarmaci. Nelle società avanzate, 1 persona si 4 ne fa uso.  Quest’abitudine è favorita da questa società: contengono il male di vivere, permettono di spegnere i segnali di disagio che il profondo cerca di comunicarci. Difficoltà ad addormentarci? Pariglia. Ansia, paure? Gocce. Ci spaventa ciò che succede intorno a noi? + pastiglie e gocce. Eppure lo yoga ci insena che quando non dormiamo è il momento giusto x meditare. Che se ci sentiamo depressi la cosa migliore è lavorare sul corpo; che se ci sentiamo ansiosi dobbiamo concentraci sul respiro. Tutto perde di significato nello spegnimento artificiale della mente causato dagli psicofarmaci.

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