martedì 28 ottobre 2014

Pizza al farro di Anfuso


Ingredienti :

1 kg di farina farro

650 ml di acqua

7 grammi di lievito secco

10 grammi di sale

passata di pomodoro

mozzarella

In una ciotola mettete la farina, il  lievito, aggiungete un po’ di acqua ed iniziate a girare con un cucchiaio di legno, aggiungete altra acqua e continuate a girare.

Aggiungete il sale e  lavorate bene il composto, trasferitolo su una spianatoia e lavoratelo fino ad avere un impasto consistente.

Mettete l’impasto in una ciotola con poco olio e fate lievitare per 5/6 ore.

Dividete l’impasto in 3 o 4 parti (in base alla grandezza delle vostre teglie) e fate lievitare per 15/30 minuti.

Con le mani stendete l’impasto al farro e  mettetelo  sulle  teglie leggermente oliate e fate lievitare per un’ora circa, fino a quando risulteranno belle morbide.

Ora mettete  sulle pizze al farro  la salsa di pomodoro e la mozzarella spezzettata, regolate di sale ed infornare a forno già caldo a 200° per 20/25 minuti.

La pizza al farro è ottima anche il giorno dopo scaldata pochi minuti nel forno o  a temperatura ambiente.

Buon appetito 


domenica 26 ottobre 2014

IL SEGRETO DI UNA BUONA PIZZA

I SEGRETI DELLA BUONA PIZZA


Il segreto della buona pizza sta nella scelta degli ingredienti giusti e in una corretta preparazione e cottura. Fare una pizza è semplice ma per ottenere buoni risultati bisogna conoscere e rispettare alcune regole.

Gli ingredienti di base sono, in ordine decrescente di quantità, farina di grano tenero o miscela di farine di qualità, acqua, sale da cucina o marino, lievito fresco, olio extra vergine d’oliva; questi devono essere miscelati e lavorati (impasto) fino a formare una massa di pasta elastica e soffice, la quale, infine, deve essere cotta.

Cominciamo dagli ingredienti..

Le farine devono essere tagliate su misura per i diversi tipi di pizza, come una sorta di vestito di sartoria su misura.  La farina più adatta è quella di grano tenero, ideale per la panificazione,costituita principalmente da proteine e amido semi-integro; per aumentare la capacità della farina a formare il glutine (la rete di proteine che dà struttura e forza all’impasto) è consigliabile miscelare alla farina di grano tenero delle farine o semole di grano duro (quello utilizzato per la pasta). Per personalizzare l’impasto si possono aggiungere anche farine di segale, mais o soia.

Alcuni molini producono, oltre alle farine speciali per pizza, anche dei preparati o mix che hanno il vantaggio di fornire prestazioni costanti e affidabili nel tempo.

Alcuni di questi preparati contengono piccole (3% max) di segale, con funzione aromatizzante. Quasi tutte sono farine di tipo 0 o 1, anche se si va diffondendo l’impiego di farine poco raffinate (a basso abburattamento) o addirittura integrali, talvolta macinate a pietra. Queste danno una sapidità e pienezza di gusto molto accentuate e consentono una riduzione della quantità di sale. Il colore dell’impasto tende al colore bigio (grigio-beige). In alcuni preparati possono essere presenti delle sostanze di origine naturale (lieviti disattivati, glutatione, cloridrato di cisteina) che aumentano l’estensibilità e la stabilità dimensionale degli impasti. Inoltre, nei mix possono essere addizionati impasti acidi essiccati con la funzione di esaltare l’aroma dell’impasto.

L’acqua deve essere potabile, inodore e moderatamente dura (15-18 Gradi francesi); un’acqua troppo dolce (gradi francesi 1-7) può rendere l’impasto molto appiccicoso con il risultato di ostacolare la lavorazione, la lievitazione e la formazione del glutine. Un’acqua molto dura (>40° Gradi francesi) potrebbe rendere gli impasti eccessivamente gommosi.

Il lievito, generalmente costituito da cellule di Saccharomyces cerevisiae (lievito di birra) deve essere fresco, poiché assicura una miglior attività fermentativa. Alcuni esperti consigliano anche l’utilizzo di lievito naturale o lievito madre, che conferisce un sapore e un aroma particolare all’impasto.

Importante è anche il sale; serve a dare sapore, a bilanciare l’attività fermentativa del lievito e a rinforzare il glutine. L’olio di oliva rende la pasta vellutata e morbida, migliora il sapore e contribuisce a far espellere l’umidità più lentamente. L’olio di oliva contribuisce in modo notevole alla sofficità della pizza, soprattutto quelle di tipo alto

La preparazione è un altro passo fondamentale. Prima di stilare il decalogo conviene spendere due parole sull’impasto e sullalievitazionee sul perché devono essere condotti con molta cura. Nella fase di impastamento, l’acqua, l’energia dell’impastatrice e l’ossigeno dell’aria favoriscono l’aggregazione degli ingredienti: in breve tempo si forma ilglutine: l’impasto passa da una prima fase poco strutturata e collosa a una seconda fase più strutturata ed elastica. Nello stesso tempo l’acqua idrata anche i granuli di amido della farina, solubilizza il sale e innesca l’attività enzimatica delle farine e del lievito aggiunto. Nella successiva fase di lievitazione, l’impasto aumenta di volume per lo sviluppo di anidride carbonica ed etanolo in conseguenza della degradazione dell’amido del frumento ad opera degli enzimi e dei lieviti.

La lievitazione parte lentamente, perché i lieviti devono “svegliarsi” e moltiplicarsi, e raggiunge la massima produzione di gas dopo alcune ore. Oltre alla quantità (1-2%) e qualità del lievito (fresco, secco, “naturale”), anche la temperatura dell’impasto influenza l’attività fermentativa. Temperature degli impasti superiori a 28°C sono adatte a lievitazioni rapide (1-1,5 ore), temperature tra 25 e 27°C conducono a lievitazioni intermedie (2-4 ore), mentre temperature tra 23 e 25°C necessitano di fermentazioni lunghe. Al termine della lievitazione l’impasto è ricco di gas e il glutine che si è formato e sufficientemente elastico per trattenerli all’interno del reticolo. Un metodo empirico per valutare l’elasticità dell’impasto è di verificare che non vi rimanga impressa l’impronta del dito.

Bisogna far notare che aggiungendo lievito a dismisura non si ottiene una fermentazione più veloce; al contrario, una maggiore quantità di lievito dà cattivo gusto e sapore alla pasta. Purtroppo alcuni pizzaioli hanno l’abitudine di mettere poco lievito nell’impasto; per esempio lo 0,2%, usando poi farine con alto valore proteico che necessitano di lunghi tempi di fermentazione e la giusta dose di lievito compresso. Il risultato finale è una pizza gommosa, non digeribile, perché viene a mancare il giusto equilibrio tra quantità di lievito compresso, temperatura di fermentazione, tempi di lievitazione.

Invece una pratica utile potrebbe essere quella di aggiungere malto all’impasto, in modo da rendere più veloce la partenza della lievitazione.

Un cenno particolare merita la fase di mantenimento o conservazione delle pastelle, cioè dell’impasto già spezzettato in dosi singole per pizza, una prassi che si va sempre più diffondendo. Le pastelle possono anche essere conservato in regime di refrigerazione a temperature di pochi gradi superiori allo zero (tra 2 e 5°C); ciò consente di avere tempi di utilizzo molto prolungati, perché le pastelle si possono conservare così per alcuni giorni. Alcuni congelano gli impasti e li scongelano prima dell’utilizzo. Si notano anche esempi di congelamento dei semilavorati di pizza (impasti precotti che necessitano solo di una veloce cottura finale).

Il fastidioso senso di sete che si avverte è causato dalla richiesta del nostro organismo di acqua necessaria ad attivare gli enzimi per la scissione dell’amido contenuto nella pizza; infatti quello che non avviene durante la fermentazione lo fa il nostro organismo.

La sete dipende anche dalla necessità di aggiungere sale a un impasto e a materie prime di base naturalmente poco saporite.

La cottura è il passaggio finale che rende l’impasto una pizza dal gusto inconfondibile.

La cottura dipende da diversi fattori: tipo e temperatura del forno, umidità della pasta, spessore della pizza da cuocere, tipo e quantità degli ingredienti. La temperatura di cottura è in funzione del tipo di pizza, alta o bassa. Le pizze sottili richiedono temperature molto alte e tempi ridotti. Infatti vengono normalmente cotte direttamente sulla platea del forno Viceversa le pizze alte richiedono temperature più basse e tempi più lunghi. Infatti vengono solitamente cotte in teglie.

Per esempio: a parità di forno una pizza sottile ha un tempo di cottura minore rispetto a una pizza spessa; un impasto asciutto cuoce prima rispetto a un impasto con umidità maggiore. La scelta del tipo di forno(elettrico, a gas, a legna) deve essere compiuta in funzione di motivazioni tecniche, economiche, gestionali e anche ambientali. I forni elettrici e a gas offrono il vantaggio di essere più facilmente regolabili e di avere un rendimento costante. Il forno a legna, se ben usato, conferisce un sapore particolare, ma spesso è uno “specchietto per allodole” per mascherare una scarsa qualità di impasti e ingredienti.

La pizza ben preparata con ingredienti appropriati e cotta a puntino può rappresentare un ottimo esempio di pasto veloce, leggero, completo e nutrizionalmente equilibrato.

 

martedì 3 giugno 2014

Migliore pizza a domicilio 2014

Anche quest'anno i clienti del web hanno proclamato PRESTO PIZZA TORINO la migliore pizzeria con servizio a domicilio per puntualità qualità e cortesia 
Potete ordinare allo 011/7395715 oppure online su just Eat o direttamente in pizzeria via Lucento 114 TORINO 

mercoledì 7 maggio 2014

Pizzerie con consegna a domicilio

A Torino storica pizzeria asporto con consegna a domicilio 



www.prestopizza.it

Dal 1995 la miglior pizza a domicilio della città. Tutte le sere pizze e farinate preparate e consegnate in poco tempo dalla ordinazione. Tradizione italiana comodamente a casa tua. Pizze a lievitazione naturale leggere e fragranti. 



mercoledì 30 aprile 2014

Pizzeria comodamente a casa tua - pizze e farinate asporto e domicilio


CONSEGNE A DOMICILIO


Scopri la bontà delle nostre pizze, direttamente a casa tua!

Telefono 011-7395715

Pizze

(consegna a domicilio, Torino Lucento, Torino Madonna di Campagna e Torino Vallette)

Pizza Marinara

pomodoro, aglio, origano               € 4,00

Pizza Margherita

pomodoro, mozzarella                    € 4,00

Pizza Greca

pomodoro, mozzarella, olive.          € 5,00

Pizza Bufala

pomodoro, mozzarella di bufala.     € 6,00

Pizza Napoli

pomodoro, mozzarella, acciughe.   € 5,00

Pizza Rucola

pomodoro, mozzarella, rucola.       € 5,50

Pizza Prosciutti e Funghi

pomodoro, mozzarella, prosciutto cotto, fungh champignon                         € 5,00

Pizza Prosciutto

pomodoro, mozzarella, prosciutto cotto
€ 6,50



venerdì 25 aprile 2014

PIZZA DI JOSO Da Licodia

 
La pizza al tegamino o al padellino, a Torino è un’istituzione che ha resistito all'avanzare delle pizze di scuola napoletana. Per chi  preferisce la pizza sottile al centro e col bordo spesso, non apprezza certo quella al padellino. Ma molti la amano proprio per queste sue differenze: piccola, alta e con quella crosticina bruciacchiata e croccante che senti sotto i denti, e soprattutto la amano i bambini. Un tempo a Torino la trovavi soprattutto dai pizzaioli toscani, che facevano e fanno anche la farinata e qualche volta il castagnaccio.
La cosa importante nella pizza è la presa diretta: lievitazione col picco e discesa in pasta marcia. E me la devi cuocere quando è nel picco!”

Come sceglie una pizza Joso da Licidia?
Forse un pò come il grande Lino Ventura, nel film 'Una donna  e una canaglia' di Claude Lelouch: '...ma lei non legge le critiche? No. Allora come fa lei per scegliere un film? Come scelgo una donna: correndo dei rischi.'